Yoga e disabilità: una barriera da infrangere
Spesso si crede che la disabilità sia un limite insormontabile per la pratica dello yoga.
A livello personale non ho mai avuto esperienza diretta di amici o parenti con qualche disabilità motoria, psichica o comportamentale. Proprio per questo motivo, non ho la presunzione di parlare di un tema tanto delicato come parte coinvolta in prima persona o come esperto di questo o quell’aspetto del problema. Mi sembrerebbe una mancanza di rispetto verso chi quotidianamente per lavoro o per necessità vive sulla propria pelle i sacrifici che una situazione del genere comporta, nonché una forzatura a livello professionale.
Come insegnante di yoga però ritengo sia altrettanto corretto diffondere il più possibile la conoscenza delle enormi potenzialità dello yoga soprattutto in quei contesti all’interno dei quali la pratica è poco diffusa e, forse, il profano potrebbe crederla impossibile. Al contrario, sono proprio quelli in cui questa disciplina può trovare le applicazioni più sorprendenti.
Lo yoga, seppur con estrema fatica, è una disciplina presa in sempre maggior considerazione dagli esperti in campo medico e scientifico. Sebbene la ricerca sia ancora in fase embrionale, soprattutto in Italia, non mancano i centri (pubblici e privati) che decidono di investire in questa pratica e di proporla almeno a livello sperimentale ai pazienti oppure di farne oggetto di approfondito studio. I risultati in merito non mancano dall’essere incoraggianti ed è assai probabile che tra qualche tempo i benefici dello yoga saranno ampiamente documentati in modo scientifico e alla portata di tutti.
Coloro che credono di dover mettere da parte lo yoga perché portatori di una qualche disabilità presto dovranno ricredersi e, se lo vorranno, intraprendere la via del tappetino con fiducia…
(…)Lo yoga non deve essere visto come la panacea di tutti i mali (come purtroppo spesso viene sponsorizzato in modo irresponsabile), ma certamente è uno strumento potentissimo…
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